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Favole che i bambini possono toccare: il segreto del raccontastorie Faba

Favole che i bambini possono toccare: il segreto del raccontastorie Faba
Tra i tanti raccontastorie in commercio, il Faba Box tenta una strada diversa: decine di statuine incarnano le favole sonore amate dai bambini più piccoli
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Matteo Fabbrini ha 40 anni. E sa cosa vogliono i bambini. Il raccontastorie che porta il nome dell’azienda che ha co-fondato e di cui è amministratore delegato, Faba, è entrato in centomila case in quattro anni. E ha affascinato, con le sue favole sonore, i piccoli che le abitano.  

Il segreto dell’azienda trevigiana, nata da una costola di un’altra grande società come Maikii, è una serie di piccole e colorate statuine. Personaggi che abitano l’immaginario dei bambini, spesso protagonisti di cartoni animati o di fiabe di successo. Ogni statuina contiene una raccolta di favole sonore. L’audio è riprodotto in modo molto semplice: basta appoggiare la statuina sulla piccola cassa rossa e bianca in corrispondenza del marchio Faba.


La prima cosa che colpisce di questo raccontastorie, quando inizia una storia, o nel caso parta una canzoncina per bambini, è la qualità dell’audio: è uno speaker piccolo ma ‘spinge’ l’audio su tre lati e in modo eccellente se si considerano le sue dimensioni.

La seconda cosa che impressiona - e questa è ancora più importante - è la facilità d’uso: si spinge il bottone rosso per accendere la cassa, un’operazione a prova di bambino, anche se molto piccoli, e poi si poggia sopra il cubo uno dei personaggi acquistabili separatamente. Ecco, il racconto - o la musica - inizia immediatamente. Perché nella base di ogni statuina, che comunica con lo speaker via Bluetooth, ci sono le informazioni che servono alla Faba Box per riprodurre l’audio corrispondente.

E poi, la magia: per interrompere l’audio, e fare una pausa, non c’è bisogno di spingere un pulsante. Si sposta semplicemente il personaggio dal cerchio che contiene la parola ‘Faba’. Quando si vuole riprendere il racconto, è sufficiente metterlo nuovamente sopra la cassa. Questo procedimento, così fisico, rende la vita più semplice al bambino che sta utilizzando la Faba Box. E stimola, in un’epoca profondamente digitale, un rapporto estremamente fisico con il prodotto. Che va ben oltre le aspettative dei genitori.

Quando ho acceso per la prima volta il Faba Box, mia figlia - quattro anni e mezzo - è rimasta incantata dalla possibilità di far ‘suonare’ i personaggi. Fino a quel momento, aveva avuto a che fare solo con raccontastorie che prevedono un’interazione limitata: vale a dire la scelta dei protagonisti, o dei temi, attraverso dei pulsanti.

Le statuine Faba, invece, incarnano la storia. Sono come i vinili per chi ama profondamente la musica, vale a dire tracce sonore che si possono in qualche modo toccare, ammirare, e non solo sfogliare su un display touch. E poi hanno un altro vantaggio: mia figlia, dopo aver ascoltato le loro storie, ha iniziato a giocarci come fa con i pupazzetti tradizionali: li spostava sul tappeto e li usava per fare storie tutte sue.

Questa doppia valenza delle statuine Faba mi ha colpito, e ha mitigato in qualche modo il pensiero che - rispetto ai pacchetti di storie venduti dai competitor - i personaggi Faba costano leggermente di più: si parte da 12,90 euro, ma si sale a 14,90 euro per i protagonisti di storie famose come “Il Gruffalò”, “Bastoncino” e “I racconti di Giulio Coniglio”.

Mentre ascoltava una storia ‘uscita’ dalla statuina del “Bruco mai sazio”, che contiene le divertenti favole scritte da Eric Carle, mia figlia ha fatto un’altra cosa che mi ha colpito, e che ha rafforzato il mio pensiero di fondo per cui - soprattutto nel caso dei bambini - un oggetto non deve mai essere troppo tech ma deve conservare, anzi, una magia tangibile. Mia figlia, dicevo, a un certo punto si è seduta e ha iniziato a disegnare ispirandosi a una delle storie: “La Coccinella prepotente”. Sul foglio sono comparsi i protagonisti: una coccinella e gli afidi.

“Faba è nata come progetto all'interno della divisione retail di Maikii, in cui abbiamo sviluppato e venduto in più di 100 Paesi chiavette Usb con la forma 3D di alcuni dei più famosi personaggi dell'intrattenimento” ha raccontato Fabbrini nel corso di un’intervista.  

L’idea ha funzionato: un oggetto di uso comune ha conquistato tutto un altro appeal. Mostrare una chiavetta Usb improvvisamente aveva un senso. Non era più soltanto una questione di trasferire i propri dati da un dispositivo all’altro.

E così, mentre in azienda molti dipendenti diventavano genitori, Maikii si è spostata verso i prodotti per bambini e con Faba ha messo in piedi una piattaforma di edutainment che, nell’ultimo trimestre del 2022, ha generato un fatturato di 1,4 milioni di euro.