La Befana, come da tradizione, si è portata via tutte le feste. E anche la montagna di pacchi, pacchetti e scatoloni vari che hanno invaso le nostre case e poi le nostre strade, perché non puoi pretendere che stiano tutti nei cassonetti. Tra i buoni propositi dell'anno nuovo ce ne dovrebbe essere uno condiviso da tutti, una sorta di nuovo comandamento: non inquinare. Molto dipende da governi e imprese, ma in parte da noi. Vuol dire diventare consumatori più consapevoli, più attenti alle conseguenze delle nostre scelte.
Io, per esempio, ormai da un mese non compro più acqua minerale. Non ho nulla di personale contro l'acqua minerale, in Italia se ne produce di ottima. Ma questo fatto che siamo il Paese del mondo che ne consuma di più assieme al Messico mi ha sempre lasciato perplesso: anche perché con l'acqua consumiamo bottiglie di plastica, che fino a quando non sarà trovato un modo alternativo, è un derivato del petrolio che si può riciclare ma è molto problematico smaltire. In Italia ogni anno consumiamo 221 litri di acqua minerale a testa, per un totale di 15 miliardi di litri. Quante bottiglie? Fate voi i conti.
Io ho smesso dopo un weekend a Londra, che non è certo una città con standard di vita più modesti del nostro: eppure nei ristoranti e nei bar alla moda mi servivano caraffe di acqua del rubinetto con dentro un cilindro nero. Carbone vegetale, mi hanno spiegato: non fossile, quindi, charcoal e non coal. E nemmeno quello zuccheroso che porta la nostra Befana. E' un'usanza che viene dal Giappone. Così ho scoperto che in poche ore quel cilindro - che si può comprare online per pochi euro - assorbe le impurità chimiche dell'acqua e si può riutilizzare ogni giorno per sei mesi.
Ho provato: funziona. Questo non vuol dire che non ordinerò mai più acqua minerale: mi capiterà di farlo in qualche occasione speciale. Sarà un piacere. E un lusso, anche. Ma consapevole.
Io, per esempio, ormai da un mese non compro più acqua minerale. Non ho nulla di personale contro l'acqua minerale, in Italia se ne produce di ottima. Ma questo fatto che siamo il Paese del mondo che ne consuma di più assieme al Messico mi ha sempre lasciato perplesso: anche perché con l'acqua consumiamo bottiglie di plastica, che fino a quando non sarà trovato un modo alternativo, è un derivato del petrolio che si può riciclare ma è molto problematico smaltire. In Italia ogni anno consumiamo 221 litri di acqua minerale a testa, per un totale di 15 miliardi di litri. Quante bottiglie? Fate voi i conti.
Io ho smesso dopo un weekend a Londra, che non è certo una città con standard di vita più modesti del nostro: eppure nei ristoranti e nei bar alla moda mi servivano caraffe di acqua del rubinetto con dentro un cilindro nero. Carbone vegetale, mi hanno spiegato: non fossile, quindi, charcoal e non coal. E nemmeno quello zuccheroso che porta la nostra Befana. E' un'usanza che viene dal Giappone. Così ho scoperto che in poche ore quel cilindro - che si può comprare online per pochi euro - assorbe le impurità chimiche dell'acqua e si può riutilizzare ogni giorno per sei mesi.
Ho provato: funziona. Questo non vuol dire che non ordinerò mai più acqua minerale: mi capiterà di farlo in qualche occasione speciale. Sarà un piacere. E un lusso, anche. Ma consapevole.