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Ruffinoni (Ntt Data): “Ibrido, connesso e a chilometro zero: il lavoro del futuro sarà condiviso”

La condivisione di esperienze, idee e uffici (anche tra aziende diverse), prevede l’Ad di Ntt Data Emea e Italia, sarà la base dei modelli di lavoro “human-centric” dei prossimi anni. Dall’intelligenza collettiva al benessere dei lavoratori, si apre un’era di sfide inedite per i leader aziendali

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Tra il pendolarismo casa-ufficio di un paio di anni fa e il confinamento casalingo degli ultimi mesi può esistere una via di mezzo equilibrata, forse perfino più efficiente. E altrettanto vale per le sedi deserte o quasi, i rapporti con i colleghi, la vita familiare e altri aspetti, a patto però di fare squadra con una logica di condivisione, distribuzione e innovazione.

“Il lavoro da remoto porta con sé il rischio di perdere la dimensione “relazionale”, fondamentale per la crescita e lo sviluppo di idee innovative che solitamente nascono anche da incontri casuali. È necessario, dunque, creare uffici che possano fungere da luoghi di scambio creativo e di confronto”, spiega a Repubblica Walter Ruffinoni, amministratore delegato di Ntt Data Emea e Italia. Questa idea di fondo è alla base della “Smart Alliance”, il progetto semestrale lanciato del Consorsio Elis e presieduto proprio dal colosso giapponese, che coinvolge 30 grandi aziende che operano nel nostro Paese.

L’iniziativa punta a creare una rete di lavoro distribuito e a chilometro zero in cinque grandi città italiane, mettendo a fattor comune gli spazi di lavoro delle 30 aziende. I lavoratori coinvolti nel progetto possono oggi prenotare tramite un’app il luogo più vicino e più adatto alle attività fissate in agenda tra Milano, Roma, Napoli, Trapani e Catania. Essendo un modello sperimentale, è stata avviata anche un’intensa attività di monitoraggio e ricerca per analizzare l’evoluzione della sperimentazione e raccogliere dati utili a valutare l’efficacia di questa terza via. “Ormai l’hybrid workplace – sostiene Ruffinoni - rappresenta il presente e ancor di più il futuro dell’ufficio”.

Voi avete immaginato una terza via “ibrida” del lavoro puntando sugli uffici distribuiti a chilometro zero. Cosa vi fa pensare che questo possa essere il futuro, se non già il presente?

"Per restare competitive e attrattive sul mercato le imprese di oggi si devono adattare ad uno scenario in costante evoluzione, con particolare riferimento alla transizione digitale, accelerata tra l’altro dall’emergenza sanitaria. Questo processo deve presupporre a priori un cambio culturale all’interno delle organizzazioni e quindi anche una leadership in grado di coordinare e guidare questo cambiamento. L’esempio del modello ibrido ne è la conferma. Hanno infatti riscontrato maggiore successo, in termini di produttività, quelle realtà che hanno adottato un approccio human-centric. Ossia quelle aziende che non si sono solamente adattate, ma che hanno facilitato e promosso, a livello strutturale, lo sviluppo di idee dal basso, l’intelligenza collettiva e la creatività".

Walter Ruffinoni, ceo Ntt Data
Walter Ruffinoni, ceo Ntt Data 

Quale contributo possono e devono dare i leader aziendali in questo contesto? E come cambia la leadership nell’era dell’ibridazione di tempi e luoghi di lavoro?

"Questo porta chiaramente ad una nuova idea di ufficio in cui il sostegno e gli incentivi alla creatività e alle relazioni diventano punti cardine per una concreta crescita personale e professionale. In quest’ottica, il leader del futuro darà maggiore valore e spazio alla condivisione di esperienze e di saperi e punterà a garantire un maggiore bilanciamento tra vita privata e vita lavorativa dei propri dipendenti".

Quali sono gli elementi che potrebbero favorire un’adozione strutturale di questi modelli di “open working” e lavoro “condiviso” tra aziende e città?

"Il lavoro da remoto porta con sé il rischio di perdere la dimensione “relazionale”, fondamentale per la crescita e lo sviluppo di idee innovative che solitamente nascono anche da incontri casuali. È necessario, dunque, creare uffici che possano fungere da luoghi di scambio creativo e di confronto. Ed è proprio in questo contesto che nasce Smart Alliance, un progetto che raccoglie le imprese del Consorzio Elis con l’obiettivo di condividere spazi di lavoro diffusi che possano da un lato incentivare le relazioni e dall’altro essere in grado di dialogare con il quartiere, diventando veri luoghi di incontro".

Queste frontiere ibride del lavoro portano con sé anche degli effetti collaterali?

"L’ufficio ibrido ormai rappresenta il presente e, ancor di più il futuro dell’ufficio. Cominciato come un semplice compromesso per far fronte alla crisi sanitaria, si sta velocemente trasformando in una realtà che dobbiamo considerare. A queste nuove forme di lavoro non possiamo applicare vecchi concetti di controllo del passato: abbiamo la necessità di rivedere il modo in cui lavoriamo focalizzandoci maggiormente sugli obiettivi e di conseguenza responsabilizzando di più le nostre persone. Per fare questo è necessario puntare sulla formazione ed impostare nuovi metodi in grado di supportare tutti nella ricerca dell’armonia tra vita privata e vita professionale".