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Con le luminarie impigliate in testa Il cervo attende la caduta del palco

I fili strappati da un albero di Natale. L’esemplare vive in branco in zona Codivilla, star per i fotografi

Marcella Corrà
2 minuti di lettura

CORTINA

Un cervo con le luminarie. Accade a Cortina dove da tempo si vede un bell’esemplare di 5-6 anni, con un importante palco dove sono avvolti fili e fili di luminarie natalizie. Non è difficile scovarlo in zona Codivilla, dove ci sono anche altri cervi, spostandosi poi per pranzo e cena tra due case dove viene rifocillato. È evidente che ha avuto un incontro ravvicinato con un albero di Natale, magari con l’intenzione di sfregare il palco sul tronco, o perché attirato dalle luci e dai colori. Poi se ne è andato portandosi via le luminarie che si sono aggrovigliate alla sua corona. Toglierle è praticamente impossibile, oppure lui ci ha provato con esiti chiaramente non positivi. Ci penserà ora la natura a districare le luminarie.

Le fotografie del cervo sono comparse sulle pagine social di appassionati fotografi. Una di queste è opera di Mario Barito, esperto di animali che da anni li immortala con la sua macchina fotografica nei boschi della Valle del Boite.

«Non è difficile vedere il cervo natalizio» spiega Barito che ha scattato numerose immagini all’esemplare. «Gira con questa corona da un pezzo. Quando mi sono avvicinato per fotografarlo non si è neppure mosso: ormai sono abituati alle persone, in inverno stanno vicino alle case dove trovano da mangiare». Meglio il fieno che le mele (ad esempio) che hanno la tendenza a fermentare nello stomaco: «E poi vanno via storti», scherza Barito.

Un esperto di fauna selvatica è Franco De Bon, assessore a Palazzo Piloni, una vita di lavoro nella polizia provinciale: «Bisogna stare attenti nel dar da mangiare agli animali selvatici. Abbiamo trovato dei cervi morti non di fame ma con la pancia piena. Hanno un metabolismo complesso e in certi periodi mancano della flora batterica adatta a quello che mangiano». Bisogna evitare di dare loro del pane che ha il lievito, aggiunge De Bon. «Il foraggiamento invernale è una pratica molto seria, per la quale ci sono anche pareri contrastanti, che va fatta con professionalità».

Cosa accadrà al cervo con le luminarie? «Niente di grave, in questo periodo cominciano a perdere i palchi e così si staccheranno anche le luci di Natale. Magari qualcuno le ritroverà e le appenderà di nuovo il prossimo anno, insieme con un bel palco di cervo».

Il palco viene perso in questo periodo: a marzo cominciano gli animali più vecchi e la caduta prosegue fino a maggio, quando cade quello dei più giovani. Se un pezzo rimane penzolante ci pensa il cervo con uno zoccolo a staccarlo del tutto. Poi ricomincia la crescita.

Attenti a non parlare di corna con cervi, caprioli e daini. Il termine vale solo per camosci, stambecchi e mufloni, oltre che per i bovini. Le due strutture sono diverse come composizione e come crescita e solo nei cervidi il palco viene perso ogni anno a fine inverno e rifatto in primavera.

Non è la prima volta che un cervo si impiglia in qualche oggetto o attrezzatura dell’uomo. Era accaduto con una rete di un campo di calcio, quasi due anni fa ad Alverà di Cortina; Pochi giorni prima c’era stato un altro episodio, perfino più clamoroso quando un cervo si era infilato in un negozio di abbigliamento a Cortina e venne fotografato con dei vestiti appesi al palco.

Il fotografo Barito ne ha di storie da raccontare, sta tra l’altro lavorando ad un libro con una giornalista veronese: «Impigliarsi può essere molto pericoloso, per non dire mortale. Ricordo un combattimento tra due caprioli, in estate, nel periodo degli accoppiamenti. I due animali sono rimasti incastrati, non riuscivano più mangiare e sono morti». —

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